Di Antonio Resta
Carlo A. Madrignani, Effetto Sicilia. Genesi del romanzo moderno, Macerata, Quodlibet, 2007, pp. 240. – Un libro denso e vivace, Effetto Sicilia, in cui Madrignani ha compendiato quarant’anni di riflessione sulla narrativa siciliana. All’ultimo suo libro è infatti affidato il risultato piú maturo di un pensiero teso a illuminare la «novità» rivoluzionaria di scrittori irriducibili a facili schemi ideologici. Attraverso l’analisi di opere spesso meno importanti o meno note di Capuana, Verga, De Roberto, Pirandello, fino a Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Consolo, Camilleri e pochi altri narratori secondari, risalta la forza irraggiante di uno straniato realismo, declinato da ognuno secondo le istanze della propria sensibilità e dal critico spiegato anche attraverso una fitta rete di veloci raffronti, che un indice dei nomi forse avrebbe permesso di cogliere in modo piú agevole. Senza i romanzi siciliani, sostiene Madrignani, la narrativa italiana sarebbe costituita di una lunga serie di opere minori piú o meno interessanti; sono essi invece a porla ai livelli piú alti della letteratura occidentale, e cioè a immetterla nella modernità. «Da Verga in poi», scrive il critico nella Premessa, «narrare diventa un’operazione di verità, di scavo e di “oltraggio”» (p. 7); estranea a forme pur dignitose di intrattenimento, la letteratura si avventura a rappresentare i rapporti tra gli uomini al di là di ogni consolante prospettiva.
Il pessimismo antropologico e civile, congiunto alla passione scientifica per il vero, è la molla di una tensione conoscitiva che chiama in causa il lettore, sollecitandolo a rivedere e integrare le sue conoscenze. Cosí che nella letteratura siciliana, dal 1880 a oggi, Madrignani individua infine «lo strutturarsi tematico-stilistico della drammatica presa di coscienza di un suo particolare statuto. Gli scrittori isolani in un confronto ravvicinato con la loro terra ricorrono alle forme estreme dell’invenzione e dell’eversione espressive. La denuncia si muove su un piano diverso da quello etico, o politico: la scrittura non propone, riflette le reazioni espressive del disinganno e della disperazione. Nessuno di questi artisti studia e ritrae un mondo alla luce di una prossima o possibile rinascita. È una ricerca sul Male che esclude l’ipotesi religiosa» (p. 238). Con questi presupposti la narrativa siciliana finisce con l’imprimere alla letteratura nazionale una svolta di singolare rilievo. È, per l’appunto, l’Effetto Sicilia, che Madrignani illustra con un discorso coerente e persuasivo, ravvivato dal piglio deciso proprio di un’intelligenza che brilla delle certezze faticosamente conquistate.