firma Carlo Alberto Madrignani

Da Pisa Notizie: La presentazione di “Effetto Sicilia”

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di Giuseppe Lo Castro

Pubblicato il 26 maggio 2009 su Pisanotizie.it

Si è tenuta ieri, 25 maggio, nell’Aula Magna nuova della Sapienza la commemorazione del professor Carlo Alberto Madrignani e del suo ultimo lavoro critico “Effetto Sicilia”. Dopo una breve introduzione di Alfonso Iacono, sono intervenuti il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi, Fabiana Angiolini della Commissione Cultura della Regione Toscana, Alessandra Pesante della Biblioteca Universitaria e Marco Santagata, Direttore del Dipartimento di Studi Italianistici. Accogliamo con piacere l’intervento di uno degli ultimi allievi del prof. Madrignani, Giuseppe Lo Castro, ricercatore di letteratura italiana all’Università della Calabria.

Effetto Sicilia. Genesi del romanzo moderno (Macerata, Quodlibet, 2007) è l’ultimo libro di Carlo Madrignani, un volume di straordinaria coerenza, pur presentandosi per saggi “mirati”, che delinea l’esito di un quarantennale lavoro di ricerca sugli autori siciliani. Il libro, che è stato ieri al centro della commemorazione del grande critico, non è un riepilogo o un bilancio dei propri studi, ma inserisce la ricerca letteraria nel solco di una radiografia della storia culturale e della storia nazionale e, nel tentativo ambizioso, dà anche le ragioni di una predilezione.

L’«effetto Sicilia» è un dato culturale e civile, segna l’apporto critico-negativo che la letteratura siciliana, dai margini dell’ottimismo borghese sulla costruzione dello stato nazionale, introduce nel mondo intellettuale e civile dell’Italia. Effetto Sicilia è un effetto di verità, tanto più radicale e scandaloso, perché condotto con lo spirito impietoso e irrispettoso di chi vuol dare irriducibilmente conto del vivere collettivo e delle relazioni umane, senza alcun paracadute morale. Anzi morale e letteratura nell’ottica che Madrignani coglie nello specifico e nell’unicum del romanzo siciliano sono connesse dal valore superiore e aggiunto di chi s’interroga a fondo e smaschera, contro ogni consolatorio cliché, i luoghi comuni conformisti e mistificatori.

Sulla base di questa natura intimamente problematica e anti-convenzionale, Madrignani assegna perentoriamente alla Sicilia la paternità dello stesso genere romanzo in Italia, inteso bachtinianamente come la forma moderna della scrittura che si interroga sulla vita e sugli uomini. In questo senso verità non coincide con verismo, né con realismo. Madrignani ascrive a questa linea di ricerca autori, anche diversi, ma contrassegnati da un’ossessione investigativa e dal bisogno di sviscerare il reale con qualsiasi mezzo di scrittura. Così accanto a Verga, Capuana (ma meno) e De Roberto si colloca Pirandello e poi Tomasi di Lampedusa, e Sciascia è seguito dal “Dopo Sciascia” che analizza Consolo, ma anche Camilleri, Alajmo, Piazzese e Calaciura. Ciò che lega autori eterogenei è indubbiamente il loro manifestare un’urgenza civile.

Il volume non segue del resto né uno stile critico-accademico né un’intenzione di completezza e esaustività, ha anzi un impianto deliberatamente saggistico e, pur essendo rigorosamente documentato, si mostra privo di orpelli eruditi (citazioni, note e rimandi); è costituito da una serie di affondi di lettura, in cui testi, spesso ai margini dell’indagine critica, assumono un valore emblematico e sono scandagliati a fondo. Tale scelta è indicativa della predilezione per quello sguardo di sbieco ai fenomeni culturali che a Madrignani, raffinato nella selezione, consente sempre un punto di osservazione inedito e illuminante. Così ad esempio, all’origine si colloca Verga, di cui sono analizzati i poco noti Drammi intimi, che proprio Madrignani ha riscoperto nel 1979, la novella Il reverendo, e poi Caccia al lupo e Dal tuo al mio o la novella Un processo, felicemente messa in relazione con La verità di Pirandello, a mostrare la comune linea conoscitiva che anima la tradizione siciliana moderna. Tutte queste opere meno note mettono in luce quel corpo a corpo che la scrittura siciliana istituisce con la verità e con la necessità esistenziale di dare conto del male, anche antropologico, della società.

In questo senso nelle analisi di Madrignani il fenomeno letterario sfugge a ogni logica di autosufficienza e il critico si ostina a non collocarlo solo all’interno dello specifico letterario, a rifiutarsi di considerare quest’ultimo come campo separato e separabile, ma la lettura interpretativa si allarga sempre sul fronte disciplinare come, e soprattutto, su quello della visione di società.

Pubblicato il 26 maggio 2009 su Pisanotizie.it


Carlo Alberto Madrignani

Sarzana, 17 gennaio 1936 – Pisa, 6 maggio 2008
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